1907 Quando il nonno Luigi a Montagnana iniziava ad apprendere il
mestiere del prosciuttaio, in quegli inverni freddi e pieni di neve la
bottega di Zanardi ne produceva mille come Fontana e Soranzo forse
anche di più. Finite le guerre nonno Luigi aveva da anni aperto la sua
bottega a Sossano, ai piedi dei Colli Berici e produceva in proprio
tre/quattrocento prosciutti all’anno; San Michele® li aveva chiamati
richiamando il nome del patrono di Sossano.
1948 Quando il figlio Ennio cominciò a buttar giù muri per creare spazi
per la stagionatura, il nonno lo guardava con sospetto, ma anche con
preoccupata ammirazione. Presto un via vai da Parma a Sossano
preludeva a sviluppi inaspettati.
1952 Ennio Muraro®, intraprendente e vivace, sentiva la neccessità di
inventare messaggi promozionali e studiava confezioni e imballi che
diffondessero in modo inequivocabile l’immagine dei suoi prosciutti. Un
giorno decise che il San Michele senza gambo doveva avere
un’alternativa: nacque il prosciutto con il gambetto a cui fu dato il
nome del patrono della chiesa dei frati di Lonigo, piccolo paese ricco di
storia vicino a Sossano. Il santo patrono fra i due leoni era Daniele e S.
Daniele® fu il nome dato al prosciutto con gambo di Muraro®,
brevettato all’istante.
Era il 1952 quando i Duchi di Windsor, che svernavano a Sanremo
nella riviera ligure, facevano sapere che “assaggiato il prosciutto di San
Michele ne avrebbero fatto incetta per portarne a Palazzo”. Ennio
decise subito di chiamare “il prosciutto del re”, i suoi prosciutti e di farne
un contenitore prezioso e speciale, il Cestello in vimini. Fu un successo
che decretò l’avvio di nuovi investimenti.
1964 Ennio, propietario del marchio S.Daniele, non si perse d’animo e,
ottenuta la licenza di edificazione, iniziò la costruzione del primo
prosciuttificio industriale di S.Daniele del Friuli. Il prosciutto negli anni
’60 divenne prodotto di largo consumo.
Anni ’70 ’80 La storia del prosciutto di Muraro® fu da allora la storia
del prosciutto Veneto, del S. Daniele e del prosciutto Italiano, facendo
LUI scuola, imitato e seguito, amato e invidiato, da quanti si
interessavano a questo prodotto della tradizione italiana. Meritano di
essere ricordati Giacomo Miotto che da direttore commerciale di
Muraro impianta a San Daniele la Daniel, Natalino Dall’Ava di
Collaredo vicentino, fedele operaio e poi tecnico salatore di Sossano cui
Ennio affida la responsabilità del nuovo stabilimento King’s di
S.Daniele e che metterà poi in piedi il suo prosciuttificio Dok e le
Prosciutterie, Piero Pinamonti tecnico salatore che da Sossano si
sposterà poi a S.Daniele per rimpiazzare Natalino e diventerà capo
salatore alla Mondial. Viene poi Bepi Pegoraro di Orgiano, anch’egli
capo fabbrica da Sossano trasferito a S.Daniele dove rimane alla
King’s per anni per poi andare alla Carpegna di Zavaglia nel riminese.
Enrico Delfini di Parma che da responsabile acquisti del fresco alla
King’s diventa commerciale alla Brendolan e poi socio del prosciuttificio
S.Marco di Meledo, e tanti altri talenti cresciuti alla Università del
prosciutto di Muraro.
Anni 2000, Michelangelo figlio di Ennio, ripropone quanto di meglio la
produzione salumiera italiana offre, attento alla selezione della materia
prima, al taglio ed alle tecniche tradizionali di salatura e di stagionatura.